Giorgia sembra ancora più giovane della sua giovane età: mora, esile, diafana a vederla non riusciresti mai a immaginare le storie che ha da raccontare, ma capisci subito che il suo bisogno più grande è quello di ritrovare la forza. È arrivata un po’ più tardi degli altri perché stava partecipando a una seduta di Arte terapia.
“Mi piace arte terapia, mi aiuta a esprimere quello che ho dentro. Una volta abbiamo lavorato sulle maschere e io ho fatto una maschera che fuori era tutta bianca, carina, perfettina, truccata bene. La parte interna però era piena di stuzzicadenti come, hai presente, quello strumento di tortura del medioevo? Ecco, se ti metti quella maschera lì lo sai che ti fai male, ma non puoi fare a meno di farlo perché solo così puoi diventare come ti vogliono gli altri”.
Un po’ come nel film “La maschera a specchio“, te lo consiglio. E come ti vogliono gli altri?
“Non lo so, mi sento sempre insicura e ho sempre paura di fare del male agli altri, anche se cerco sempre di fare di tutto per piacergli. Non sono mai stata del tutto tranquilla, anche quando facevo finta di esserlo, tipo a a scuola”.
Che scuola hai fatto?
Ho fatto la scuola di parrucchiera, e quando ho fatto lo stage il salone dove sono stata, dopo mi ha assunto perché ero brava a fare il mio lavoro: loro non lo sapevano che già mi facevo, ma poca roba, solo delle canne. Ho fatto cinque anni in quel salone, ma mi sembrava di diventare matta, sembrava che la mia vita dovesse essere solo il lavoro, non avevo niente per me, neanche il tempo. Così ho iniziato a frequentare giri strani, a fumare crack, a farmi di eroina. E i soldi non bastavano mai, lo stipendio finiva in un giorno e poi ho iniziato a prendere i soldi dal cassetto e poi ho mollato il lavoro”.
E come vivevi?
“All’inizio stavo con i miei, poi me ne sono andata per non farmi vedere come stavo. Così un io amico mi ha dato un garage dove dormire, quando non stavo per strada. E di giorno andavo per negozi, rubavo, rivendevo le cose che rubavo… Fino a quando mi sono messa a fare il palo in un bosco, ed è lì che mi hanno arrestato e poi portato in comunità. Perché io prima comunità niente, neanche a parlarne. Hai presente Amy Winehouse? Ecco io ero quella che quando si parlava di Rehab diceva no, no,no…”
E adesso?
“Adesso sto imparando a farmi piacere le piccole cose che mi gratificano, a ritrovare la forza, a scoprire i miei compagni, che hanno avuto più o meno le stesse mie esperienze, che hanno quasi tutti la mia età. Tutti tranne Gaia, la mia compagna di stanza. All’inizio abbiamo discusso, e anche tanto, ma adesso siamo davvero legate”.
Che cosa c’è scritto sul tuo tatuaggio che da qui non lo vedo?
“È il mio primo tatuaggio, c’è scritto NIENTE È SBAGLIATO SE TI RENDE FELICE. Avevo 14 anni, ma adesso mi sono pentita perché ho cambiato idea. Anche parlando con Gabriele”.
E sarà proprio di Gabriele la prossima storia che racconteremo.
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