Moreno Salvetti è il responsabile educatore dell’attività sportiva dei ragazzi di Cascina Verde, loro allenatore durante gli impegni motori del giovedì e del sabato. Con lui abbiamo avuto una breve chiacchierata, durante la quale ci ha parlato del suo percorso e del suo lavoro qua a Cascina Verde.
Partiamo dal principio: come sei arrivato a lavorare con Cascina Verde?
Il mio percorso a Cascina Verde parte da “Sport per Tutti”, frutto di un progetto di tesi sperimentale portato al termine del mio percorso universitario, presso il master di Scienze Motorie a Milano, indirizzo Sport.
L’idea nasce da un confronto con un mio collega di università, il quale mi raccontò la storia del suo migliore amico, al tempo da poco entrato in una comunità francese per problemi, appunto, di tossicodipendenza. Iniziammo a discutere del fatto che, in un contesto simile, la pratica di un’attività fisica strutturata, con sfondo ludico-educativo, guidata da un esperto, avesse tutte le carte in regola per rivelarsi una pratica distraente, di aggregazione e di ripristino della conoscenza del proprio corpo, traducibile in un aumento del benessere fisico ed emotivo dei ragazzi in questa particolare situazione.
Al termine di questo incontro, mosso dalla curiosità e dalla voglia di mettermi in gioco (avendo lavorato fin lì in contesti sportivi del tutto differenti), è iniziato un percorso di ricerca e confronto con i miei professori e con figure che sapessero darmi “delle dritte” a riguardo, fino a che il tutto è sfociato nel contattare i responsabili della comunità Cascina Verde per proporre il progetto di tesi.
Sono stato subito accolto con interesse da Carlo, Enza e da tutti gli addetti ai lavori. Dopo un incontro conoscitivo con i ragazzi, ad inizio Aprile 2022 abbiamo iniziato un percorso di 8 settimane (2 allenamenti a settimana) che è stato molto soddisfacente e gratificante per tutti. I risultati pratici ottenuti alla fine riportavano un miglioramento generale del profilo psico-emotivo dei soggetti coinvolti (in particolare dei parametri di ANSIA, INSONNIA, DEPRESSIONE e STRESS).
Alla luce di questi risultati, abbiamo pensato di riproporre il progetto da Settembre 2022 ad oggi, e c’è tutta l’intenzione di continuare questo tipo di collaborazione anche in futuro!
In base alla tua esperienza e conoscenza, come può l’attività sportiva aiutare le persone con problemi di dipendenza?
Come accennavo prima, la pratica sportiva regolare e strutturata può avere benefici di diverso tipo nel contrastare le dipendenze. A livello puramente fisiologico, è possibile riscontrare un fenomeno di “sostituzione” nella produzione di endorfine e serotonina ed altri ormoni responsabili del benessere, che altresì verrebbero prodotti con l’utilizzo di sostanze.
Praticare dell’attività fisica regolare traendone piacere, permette di produrre questi ormoni e “allentare” il fenomeno del craving o del bisogno di sostanze in generale. Dal punto di vista fisico, è possibile affermare che praticare un range di attività fisica di media intensità, che va dai 150 ai 300 minuti settimanali si traduce in un aumento del benessere fisico generale potenziando l’apparato cardiovascolare, respiratorio, rafforzando i muscoli e, se proposto con costanza, andando a contrastare l’insorgenza delle malattie croniche non trasmissibili (le cosiddette NCDS) causate principalmente da sedentarietà e da stili di vita errati.
Per ultimo, ma non per importanza, bisogna mettere in conto tutti i benefici che l’attività fisica porta sia dal punto di vista sociale, essendo per definizione un fenomeno di aggregazione e sana competizione, sia dal punto di vista psico-emotivo, partendo dall’avere una maggior conoscenza del sé corporeo (che a sua volta si traduce in innumerevoli benefici pratici, basti pensare alla gestione delle forze e all’organizzazione delle sequenze motorie in un qualsiasi contesto lavorativo) per arrivare ad una sensazione di benessere generale che può portare, ad esempio, ad ottenere i risultati osservati nel progetto di tesi (in questo caso addirittura in sole 8 settimane)!
In che cosa consiste il tuo lavoro con i ragazzi e le ragazze?
Le sedute di allenamento vengono proposte 2 volte a settimana, principalmente la mattina, e sono di durata variabile compresa tra i 45 minuti e i 75 minuti totali. Le attività proposte sono infinite, spaziano dagli sport di squadra (pallamano, basket, pallavolo, calcio, rugby ecc..), ad attività a carattere aerobico (corsa costante, intervallata ecc..) per arrivare ad attività di rafforzamento generale, svolte come se fossero sedute vere e proprie di personal training in piccoli gruppi. A seconda della stagione, delle richieste dei ragazzi e del “fine educativo” che voglio trasmettere, le attività sopra elencate vengono alternate nel corso dell’anno.
La caratteristica principale che deve essere sempre presente in ogni seduta è l’intensità. Ogni partecipante deve essere spinto a dare il suo massimo per tutta la durata della seduta, mettendosi così in gioco al meglio delle sue potenzialità. Succede, soprattutto tra i nuovi arrivati, che spesso facciano più fatica a stare “al passo” rispetto a quelli che già partecipano alle sedute, però da questo nasce da parte loro la voglia di mettersi in gioco e di conseguenza un adeguamento del livello che porta stimoli nuovi e positivi.
Inoltre (questa è una regola non scritta) è possibile affermare che più la seduta è stimolante e intensa, più il divertimento generale è alto.
All’interno del centro, quali difficoltà hai trovato nel proporre le tue attività?
Dal punto di vista dell’aderenza dei ragazzi non posso dire nulla, anzi, sono stato meravigliato, specialmente all’inizio del progetto, dal livello fisico dei ragazzi e dalla loro voglia di mettersi in gioco.
In generale posso dire di non aver incontrato grosse difficoltà. L’aspetto più “sgradevole” potrebbe essere identificato con la mancanza di una struttura sportiva che permetta di praticare in maniera corretta ogni sport, ma comunque questo ha generato l’effetto opposto, ovvero contribuire a ricreare un ambiente molto familiare, simile ai famosi giochi di cortile di una volta, e all’utilizzo della famosa “arte di arrangiarsi” (vedi reti di pallavolo in nastro, canestri da basket umani ecc..) che ha in parte aumentato l’aspetto ludico e divertente della seduta.
Con le tue attività, quali miglioramenti hai potuto riscontrare nei ragazzi, e in quanto tempo?
Innanzitutto bisogna distinguere quelli che sono gli obiettivi oggettivi e quelli che sono osservabili con il cosiddetto “occhiometro”. Se si parla di risultati oggettivi, è possibile in tutta certezza affermare che in sole 8 settimane, con 2 sedute a settimana, si è verificato un incremento del benessere psico-emotivo dei soggetti (per quanto riguardo ansia, insonnia, depressione e stress).
I risultati visibili ad occhio invece sono stati riscontrati anche appena dopo la prima seduta, per via dell’ambiente di aggregazione e di “confronto fisico” che si è venuto a creare fin da subito. Sul lungo termine, e questo è il risultato di cui vado più fiero, molti ragazzi hanno voluto mettersi in gioco, chiedendomi consigli e spiegazioni, ed hanno imparato ad allenarsi in autonomia ottenendo dei risultati fisici concreti, come ad esempio una maggior efficienza fisica e una muscolazione più definita. Chiaramente questi sono risultati più soggettivi che variano anche in base al coinvolgimento e all’interesse di ogni ragazzo/ragazza verso la pratica sportiva.
Riferendoci proprio ai ragazzi, dal momento che hai condiviso insieme tempo ed esperienze pensi che sia utile per loro incontrare altre realtà sportive, per interagire con loro?
Assolutamente sì, collaborazioni di questo tipo rappresenterebbero un’infinità di benefici e di opportunità, sia per i nostri ragazzi che anche per le società sportive stesse. Infatti, secondo me il discorso andrebbe fatto al contrario, ovvero che dovrebbero essere le società sportive ad avere per prime interesse ed aprire le porte ad un contesto residenziale di questo tipo, perché creare collaborazioni che vanno in questa direzione potrebbe fruttare molti vantaggi e una variegatura della proposta sportiva, che anziché risultare stagnante ed omologata, andrebbe ad allargare notevolmente l’utenza e creerebbe un ponte anche per il futuro dei ragazzi.
Proprio uno degli obiettivi di questo progetto è quello di “educare” i ragazzi ad avere una passione, un hobby piacevole che oltre a tener lontano da un certo tipo di condotte può rappresentare l’innesto di un’abitudine sana della routine quotidiana da poter mantenere per il resto della vita, con tutti i benefici che essa comporta.Lo sport è della gente, è sia uno strumento ludico che di sfogo, ma la sua importanza diventa imprescindibile nei contesti dove non è mai stata conosciuta una soluzione alternativa, in questi casi si può dire che assume veramente un ruolo salvifico, permettendo di mostrare che esiste altro. Tutti siamo abitudinari, addirittura dipendenti da qualcosa (basta pensare all’impatto che telefoni, pc, social hanno avuto in ognuno di noi), dobbiamo solo avere la forza di scegliere l’abitudine che ci permette di stare bene e vivere meglio.
Ringraziamo Moreno Salvetti per il tempo e l’entusiasmo che dedica ai ragazzi, e vi invitiamo il 28 maggio per un po’ di attività sportiva tutti assieme: iscriviti alla nostra corsa non competitiva VAICOLVERDE, e corri con noi contro le dipendenze.
Non dimenticare di sostenerci.