Gabriele ha tanta voglia di parlare, e tante cose da dire: si vede cha voglia di fare uno scatto avanti, e capiremo anche come. Ha iniziato a raccontare mostrando e spiegando i suoi tatuaggi, a partire da uno particolarmente creativo anche se, bisogna ammetterlo, un filo inquietante:
“Il tatuaggio che ho sul collo vero? C’è una linea tratteggiata con la scritta CUT HERE, tagliare qui. Però se guardi bene a sinistra ci sono le gocce di sangue ma a destra c’è la X per segnare che si può ricucire. Perché coi tatuaggi ho diviso il mio corpo a metà: sulla parte destra le cose negative, sulla parte sinistra le cose positive. Così a destra ho il teschio trafitto da una spada, che poi la spada è la siringa, e tre gocce di sangue per segnare gli anni di dipendenza, ma per raccontarla giusta dovrei aggiungerne altre quattro. Sull’ avambraccio destro ho una specie di armatura di gladiatore, dove ognuno ci vede un po’ quello che ci vuole”.
Però vedo che ci sono anche delle scritte.
“C’è una frase di Marylin Monroe che diceva che la donna è la rovina dell’uomo ma un uomo senza donna va in rovina. Poi c’è la N di mio figlio Nathan, che ha cinque anni. E Le tre I di una frase di Oscar WIlde che mi piace tanto: “tutto quello che mi piace è immorale, è illegale o fa ingrassare”.
Detto da te che sei magro come un chiodo devi ammettere che fa sorridere, però sì, è molto bella. E a te che cosa piace?
“Mi piace la musica, mi piace la fotografia… La fotografia riesce a fissare le cose che il tempo poi alla fine distrugge, perché il tempo distrugge anche i ricordi. Ho fatto anche una scuola per la fotografia, a Baggio, ma andavo e venivo, un po’ ero dentro un po’ ero fuori non sono riuscito a farla bene come avrei dovuto. Se tornassi indietro vorrei fare psicopedagogico, o l’artistico”.
Invece di tornare indietro potresti farlo andando avanti…
“Sì, io vorrei imparare a disegnare davvero. Cioè, ad arte terapia io faccio dei disegni con le linee grosse tipo i tatuaggi ma quando mi chiedono di esprimermi mi viene difficile. Faccio delle cose macabre, o degli occhi che piangono. Ho fatto un collage che mi è piaciuto molto. Però una volta che mi hanno chiesto di fare qualcosa di astratto non mi veniva niente, così ho sputato sul foglio, l’ho piegato in due e l’ho sfregato”.
Un gesto artistico trasgressivo…
“Non sono mai riuscito a seguire tanto le regole, anche se qui un po’ me le stanno insegnando”.
Un po’ di rabbia, un po’ di fatica… e ogni mattina ci si rimbocca le maniche per ricominciare a fare uno scatto avanti. In fondo la vita è fatta così.
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