Il 21 marzo è la giornata mondiale della poesia, così abbiamo chiesto agli ospiti di Cascina Verde di aprirci le loro anime,
e di condividere con noi le emozioni che sarebbero riusciti a mettere in versi.
Il risultato lo trovate in questo post, e in quelli che oggi regaleranno poesia alla nostra pagina Instagram.
Naima ha passato lunghi anni negli Stati Uniti, per questo pensa e scrive in inglese quando deve dare voce alle sue emozioni.
A volte traduce, ma non sempre ritiene sia giusto e possibile farlo.
Abandon all Ships
about to go down
I’m Titanic.
There’s a lot going on in my head
right now, but I manage.
Good Heart, good soul,
both in bad hands,
I can damage, real damage.
Both hands in the air
as I scream out prayers.
My demons show themselves
in the midnight air
fucked up, I did;
fucked up, I am;
come down, I can’t.
Shit, here we go again.
Abbandonate le navi
stanno affondando,
io sono il Titanic.
Ho tanto per la testa in questo momento,
ma ce la faccio.
Buon cuore, buona anima
entrambe sono state in cattive mani.
Entrambe le mani in alto,
mentre urlo preghiere.
I miei demoni si mostrano
nell’aria di mezzanotte.
Ho fatto cazzate;
sono fottuto;
tornare indietro non posso.
Merda, ci risiamo.
You left me in the cold
I was waiting to see
what you said again.
Sometimes I realize
I really need to get away.
Some things I regret,
I wish I could incinerate.
Life’s full of lies,
and then you damn die,
I thought we were in sync
but I misread the signs.
I was such a fool to think
I could make you mine.
(Naima)
Elvina ha fiumi di parole da condividere ogni giorno con i suoi compagni,
ma nelle sue poesie le distilla centellinandole in pochi, sintetici versi.
Diamanti nel cielo ci osservano
noi che abbiamo smesso di brillare
si domandano come può una luce spegnersi
e io avrei tanti esempi plausibili
Le stelle in cielo non si vedono
è come se si nascondessero
giocano fra loro a non farsi vedere
come me da bambina da sola in cortile.
Fuori aria gelida ferma il movimento dei fiori
fiori così belli da togliere il fiato
fiori però che stan perendo per il gelo
quel gelo che proviamo dentro quando si muore
un gelo calmo e colmo di tempo irrecuperabile.
Come una spina ti percepisco nella pelle
pungi e ti ostini a rimanere lì
le ho tentate tutte ma sei troppo profondo
come l’abisso più oscuro
e io non so nuotare così in basso
quindi ti lascio dove sei
e imparerò ad amarti.
Ho una bambina da accudire
è un po’ grande, cercate di capire.
Portava già responsabilità sulle spalle
che lentamente le hanno strappato la pelle.
Ricci capelli e pelle bianca
questa sono io ma qualcosa mi manca
forse gli occhi per vedere i colori
forse la bocca per urlare i miei dolori
forse il perdono che mi devo
forse avere qualche peso in meno.
Siamo i giovani che cadono
domino di emozioni, cadute libere
pioggia dagli occhi
senti cuori che si spezzano
si spezzano e formano cascate di lacrime
Mario Vandala ha scritto due brevi poesie, una buia e l’altra luminosa.
Ricordi offuscati
assumo le sembianze di un mostro
quando il buio cala
Mio fratello piange,
ha le vene aperte.
Non ricordo niente al mio risveglio.
Il suo corpo giace senza vita.
Il mio volto sorride in preda alla pazzia,
senza sapere che la vita mi ha
portato all’amnesia.
Lei il suo riso,
i suoi grandi occhi
viaggia nella mia testa
come un mare in tempesta.
Mi sembra un sogno.
La guardo, mi innamoro.
È tutto ciò di cui ho bisogno
Il suo sorriso,
il mio paradiso.
Gli ultimi versi, infine, sono anonimi, scritti da mani diverse: le stringiamo forte, tutte quante. in questa giornata mondiale della poesia.
ELETTROSHOCK ’70
Sezionatori d’anime
giocano con i bisturi
sulle effimere illusioni di altri folli,
sembrano essere diventati automi
invece sono solo sterili utopie
che sciolgono la mente
di chi cercava inutilmente
di inseguire la felicità.
ABBANDONO
Paranoie, comportamenti autodistruttivi
come potevo rovinarti la vita?
Ad uscirne fuori non sono mai riuscita
anche se ne avevo molti di motivi.
Occhi rossi di droghe e di lacrime vuote
te che mi porgevi la tua mano
nelle mie giuste corde non c’erano più note
però per te volevo un futuro sano.
Ti ho lasciato dolcemente andare
proprio quando ancora non capivi
era il mio unico modo di amare
come fosse ieri mi ricordo,
sembravamo due fuggitivi.
Cresci sereno, senza alcun incubo
non ti colpirò con il mio veleno
perché in fondo di amore
non ne ho mai saputo un tubo.
Feci uno sbaglio
l’amore che è la vera fonte
della sicurezza e della forza.
Un bivio, una strada
violenza, potere
non si può tornare indietro.
Mentre la realtà era dilaniata.
Era diventata una donna malinconica, che non aveva
la forza di reagire al male che l’assediava.
“osserva cosa succede intorno a te”.
Finiva.
“Riesci a vederti?” rispose amaramente.
“Il mio corpo è diventato grottesco
una vita improntata alla bellezza, al potere e all’intrigo
aleggiò sopra il suo corpo, finalmente libera.
“Mi sento così in pace, adesso”
“Voglio solo riposare.”
Mi sento solo soffocare
tra lacrime e singhiozzi
in un mare di dolore
un amore malato
che c’ha trascinato a fondo
dal quale non possiamo risalire.
Le tue cicatrici porto su di me
e mie cicatrici porti su di te
Se avessimo messo da parte l’orgoglio
ora non starei scrivendo di te
su questo foglio.
Siamo come fuoco e benzina
ci siamo bruciati
ustionati
mai dimenticati
e non scordarti
come l’uno con l’altro ci siamo affezionati.