Nei giorni scorsi gli ospiti di Cascina Verde sono stati coinvolti in un workshop a tema Halloween.
Mentre decoravano le zucche, che serviranno ad allestire la mensa in occasione della tradizionale festa del 31 ottobre, cui i giovani ospiti tengono sempre molto, sono stati stimolati a parlare… di mostri. Da una serie di piccole card tratte dalle copertine della storia rivista Famous Monsters of Filmland, alcune le vedete riprodotte nella cover di questo articolo, ognuno di loro ha scelto di parlare del mostro che sentivano più vicino alla loro personalità.
Alexandra, nonostante sia appassionata di film horror contemporanei come Conjuring, Annabel e The Nun, ha scelto un classico di Halloween: “Dracula à il primo film che ho visto insieme alla nonna quando sono arrivata in Italia dall’Albania”. La sua fervida fantasia di autrice horror e fantasy (speriamo di poter presto pubblicare qui un suo racconto) la porta a credere che quella del vampiro della Transilvania non sia del tutto una che secondo lei non è poi del tutto una leggenda… Coerentemente con questa scelta, alla zucca che ha decorato ha dato il nome di Bloody.
Più tecnologico, è un appassionato di computer e telefoni che cerca sempre di craccare con successi… diciamo alterni, Alex sceglie il robot assassino mentre la sua zucca intenta a fumare non poteva che avere il nome del più famoso fra gli assistenti vocali: Alexa.
Davvero affascinanti dal punto di vista estetico le due zucche decorate con motivi tribali da Rebecca, che fra le card dei mostri sceglie quella che raffigura una zombie che ha davanti a sé una testa su un piatto di portata: “Mi piace perché è trashissima, ricorda me quando mi sveglio la mattina, e poi con quel piatto mi fa venire in mente quando facevo la cameriera”.
La sposa di Frankenstein è invece la scelta di Andrea, una nostra vecchia conoscenza che ad agosto ci aveva consigliato di leggere il libro sulla storia di Stonewall: “La pettinatura è davvero glamour, e l’espressione mi ricorda quella di Magenta in Rocky Horror Picture Show. Quello è un film che mi ha davvero cambiato la vita, con l’invito a essere sé stessi che lanciava con la canzone Don’t Dream It, Be It”. La zucca che decora lui è davvero classica: tutta la trasgressione la mette nel dipingere con l’Uniposca blu le unghie di Matteo.
Matteo, dal canto suo, sceglie Skull, il teschio, con una motivazione davvero profonda: “In fondo da sempre i teschi sono lì a ricordarci quello che siamo davvero, tutti prima o dopo finiremo così”. Una riflessione degna di un autore, e infatti fuori da Cascina Verde Matteo ha inciso un album di Rap dal suggestivo titolo “Parole di Loto”, frase dedicata alla sua ex che era, appunto “un terremoto fra parole di loto”; il fiore che affonda le sue radici nel fango ma che apre la corolla verso il cielo.
La scelta di Senny ha motivazioni profonde nella sua storia personale: a causa della sua pelle scura si è sentita spesso insultare da gente che le dava della scimmia, quindi il suo mostro preferito è King Kong, un enorme scimmione che è buono, ma che diventa aggressivo per difendere la persona che ama e per proteggersi dalle aggressioni di chi teme la sua forza. Bella anche la scelta di non decorare la sua zucca ornamentale “Trovi che sia bella così, ha solo bisogno che le venga messo dentro un lumino che le permetta di splendere”.
Un’altra nostra vecchia conoscenza, Simone, mentre decora la sua zucca ribattezzata Giancarlino sceglie il terribile T-Rex, amato da tutti i bambini perché enorme, spaventoso, carnivoro e soprattutto estinto. “Con mio fratello, che è più grande di me, giocavamo sempre a dei vecchi videogiochi di dinosauri,e quindi questo T-Rex mi ricorda un po’ anche quei momenti”.
A questo punto interviene un altro ospite, Giona, che ricorda quando da bambino era andato con i genitori a visitare il muro del pianto e fra le crepe aveva lasciato un foglietto con il suo desiderio: girare il mondo per sconfiggere il male a cavallo proprio di un dinosauro terribile come quello scelto da Simone. Il suo mostro preferito, invece, è l’uomo senza volto: “Ho letto in giro che creature così sono presenti nelle leggende di tutto il mondo, e mi affascina questa loro essenza così mistica, che mi ricorda anche la maschera di un film che mi è piaciuto come V per Vendetta”. Giona dedica la sua zucca a Machine Gun Kelly, abbreviato MGK, cantante e attore che, evidentemente, è una sua ispirazione anche per il tipo di abbigliamento che indossa.
Un’altra delle ragazze, Enrica, è appena arrivata a Cascina Verde proveniente da un’altra comunità e sceglie come mostro il demone “perché è un po’ come me, un combinaguai… e io di guai ne ho combinati un sacco, è per questo che sono qui…”
L’altro Andrea, quello che ci aveva consigliato di leggere Stephen King, si identifica invece con “Il mostro della laguna nera”, e lo fa con parole che descrivono benissimo il motivo del successo di Halloween presso i giovani di tutto il mondo: “Lui fa un po’ come me: nessuno lo vede, se ne sta buono sott’acqua ad ammirare la ragazza che nuota sulla superficie, fino a quando tutto d’un tratto emerge e semina il terrore”.
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