L'accoglienza a Cascina Verde: il primo passo del percorso di cura.

L’ACCOGLIENZA IN COMUNITÀ: UN PASSAGGIO FONDAMENTALE

L’accoglienza in una comunità terapeutica per la tossicodipendenza è un processo delicato che inizia ben prima dell’ingresso effettivo. Spesso, chi chiede aiuto percepisce questa fase iniziale come complessa, ma essa rappresenta un momento cruciale per la buona riuscita del percorso terapeutico. Attraverso un’attenta valutazione dei bisogni e degli obiettivi del paziente, si instaura una relazione di fiducia tra utente e operatori, creando le basi per un percorso efficace e duraturo.

In questo articolo abbiamo riassunto i contenuti raccolti nel libro “Oltre la Comunità” che abbiamo pubblicato con Edizioni Erickson. 

L’ACCOGLIENZA: SI PARTE DAI SERVIZI TERRITORIALI

In una Comunità come Cascina Verde si entra dopo una domanda di accesso rivolta ai Servizi Territoriali. In Lombardia, il Dipartimento delle Dipendenze coordina strutture pubbliche e private per garantire un supporto adeguato ai soggetti con problemi di dipendenza. Cascina Verde, come ente accreditato, riceve richieste di inserimento da parte di questi Servizi, che devono certificare la tossicodipendenza del paziente e la necessità di trattamento residenziale.

Le domande di accesso alla comunità provengono principalmente da:

-Pazienti che hanno fallito un percorso ambulatoriale e necessitano di un ambiente protetto.

-Famiglie preoccupate per la salute del proprio caro.

-Istituti penitenziari, che offrono ai detenuti tossicodipendenti la possibilità di un percorso alternativo alla detenzione.

L’IMPORTANZA DEL FILTRO DI ACCOGLIENZA

Una volta arrivati in Comunità, inizia la fase di accoglienza, che prevede un’accurata analisi delle richieste di inserimento. 

Questo passaggio coinvolge diversi attori: l’utente, la famiglia e i Servizi competenti (Ser.D, SMI, NOA). L’obiettivo principale è valutare l’idoneità della persona a un percorso residenziale, identificando i rischi connessi all’uso di sostanze e delineando un piano di trattamento adeguato.

Il processo di valutazione si articola in tre fasi:

  1. Analisi delle relazioni dei Servizi invianti, che forniscono informazioni sulla storia clinica, psicosociale e giuridica del paziente.
  2. Primo colloquio conoscitivo, per approfondire motivazione, livello di compromissione psichica e risorse personali.
  3. Secondo colloquio di condivisione, dove viene illustrata la proposta terapeutica e valutata la reale volontà del soggetto di intraprendere il percorso.

CONSAPEVOLEZZA, MOTIVAZIONE E VOLONTARIETÀ: LE CHIAVI PER UN PERCORSO DI SUCCESSO

Un elemento essenziale per il successo del trattamento è la costruzione di un progetto di recupero condiviso tra utente, famiglia, Servizi e Comunità. Senza questa sinergia, può aumentare significativamente il rischio che il paziente abbandoni il percorso (drop-out)  e che abbia ricadute nella dipendenza, fino al pericolo dell’overdose. Durante il primo colloquio di accoglienza, tre fattori risultano determinanti per la buona riuscita del percorso:

-Consapevolezza della problematica, ovvero il riconoscimento della propria dipendenza.

-Motivazione al trattamento, che può essere intrinseca (desiderio personale di cambiamento) o estrinseca (pressioni esterne).

-Volontarietà dell’inserimento, in quanto il successo del percorso dipende dalla libera scelta del paziente di iniziare e proseguire il trattamento.

L’accoglienza in comunità non è solo il primo passo del percorso terapeutico, ma rappresenta il momento in cui si gettano le basi per il cambiamento, garantendo un approccio mirato ed efficace per il recupero della persona.

 

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