Elizabeth Salomoni è una giovane studentessa del Liceo artistico Nanni Valentini di Monza, che ci ha dato una mano per arricchire il progetto #ATUPERTATU con le sue illustrazioni: alcune avete avuto già modo di vederle, altre arriveranno nelle prossime settimane. Con lei, più ricca di disegni che di parole, abbiamo avuto questa breve chiacchierata.
– Cosa ne pensi del progetto #atupertatu?
Penso che sia un bel progetto, che aiuti i ragazzi di Cascina Verde a comprendere che non sono da soli, ma che c’è qualcuno pronto ad ascoltare le loro storie, a raccontarle e a sostenerli.
– Quando fai un ritratto, cosa cerchi di catturare in quel momento della persona che stai disegnando?
Cerco sempre di prestare attenzione ai particolari che possono identificare una persona: il naso, gli occhi, la forma del viso, possono raccontare molto della
personalità e io cerco sempre di riuscire a catturarla.
– Cos’è l’arte per te?
L’arte è da sempre il mio modo di esprimermi, e mi ha aiutata a uscire da un periodo piuttosto critico della mia vita, dandomi uno strumento di riscatto per mostrare, a me più che agli altri, di avere un talento e di poterlo utilizzare, magari mettendolo anche al servizio di persone che stanno passando un periodo buio, un buio che io ho conosciuto bene.
– Considereresti i tatuaggi una forma d’arte?
Sicuramente, sono un modo di esprimere creativamente emozioni, sensazioni, messaggi che fanno parte della nostra vita interiore e che facciamo affiorare sulla pelle per dire agli altri quello che stiamo provando.
– Hai diversi tatuaggi, cosa significano per te?
La rosa l’ho utilizzata per mascherare un taglio che mi ero fatta nel periodo più difficile e che mi ossessionava ricordandomi questo fallimento: quando mi hanno regalato questo tatuaggio ho scoperto che anche da un ricordo brutto può fiorire qualcosa di bello.
Il rosario che ho tatuato sulla mano mi ricorda le mie origini guatemalteche, che fanno parte di me, anche se spesso cerco di dimenticarle perché legate a esperienze dolorose: il mio primo nome, Rosario, in questo modo sarà sempre parte di me.
Ho un altro fiore, che mi era stato regalato dal mio ex, che aveva anche un inserimento dermal, che però ho tolto quando ci siamo lasciati. In quello stesso momento ho scelto di lasciare incompiuto anche il tatuaggio dedicato a Stitch che avevamo fatto insieme.
Il mio primo tatuaggio è stato un punto e virgola sopra lo sterno, e questo per me ha un significato particolare: il punto e virgola non indica la fine di tutto, in una frase, ma una pausa per un discorso che riprende più in là.
– I tatuaggi sono un elemento che può creare pregiudizi, tu sei mai stata vittima di pregiudizi? (per i tatuaggi e non).
Spesso i tatuaggi vengono associati alla sporcizia e alle persone che si comportano male, ma penso che il pregiudizio non si limiti ai tatuaggi: la gente trova sempre un pretesto per parlare male delle persone che non riconosce simili.
– Come affronti i pregiudizi delle persone?
Quando ero piccola ci restavo male, e cercavo di modificarmi: per non scurire troppo la mia pelle, per esempio, evitavo di espormi al sole, mettevo le magliette a maniche lunghe e vestiti neri che mi nascondevano. Poi ho iniziato ad accettarmi e a fare di questa mia insicurezza una forza.
– Ti piacerebbe partecipare ad altri progetti con Cascina Verde?
Sarei molto contenta di poter continuare questa collaborazione, magari condividendo con gli ospiti la mia passione per il disegno.
Siete curiosi di vedere altre opere d’arte di Elizabeth? Seguitela su Instagram @eli_art_page o su facebook Elizabeth Salomoni.