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PORTARE I GIOVANI AL CENTRO: INTERVISTA A CLAUDIA POVOLERI.

Intervistiamo Claudia Povoleri, Direttore Generale di Cascina Verde, psicologa e psicoterapeuta presso il Centro Specialistico Agnesi, che si propone di offrire servizi volti al benessere della persona e alla salute mentale.

Come e quando nasce il vostro Centro?
Il Centro nasce grazie alla generosità di Cascina Verde Onlus, operativa da più di quarant’anni nel sostegno alle marginalità e al disagio psichico.
A fronte dell’aumento del forte disagio psicologico causato da questi ultimi anni difficili, carenti di solide prospettive future, Cascina Verde ha deciso di dare il proprio contributo.
Ha così permesso a noi professionisti di aprire un Centro Specialistico rivolto ai giovanissimi e ai loro genitori, fornendo un supporto e sostegno accessibile a tutti con una tariffa calmierata.

Offrite servizi ad adolescenti e giovani adulti. Quanto è aumentato il disagio giovanile negli ultimi anni, e in che forme si esprime in genere?
Come accennavo, questi anni di pandemia, oltre a portare nel quotidiano temi scomodi e sempre temuti come la morte, l’impotenza di ognuno di noi, la perdita, la paura di rimanere soli, il fare i conti con le differenze sociali e la povertà, ha oscurato i vetri al possibile futuro.
Quando si è giovani, ti viene detto che sei nell’età dove tutto è ancora possibile, in divenire e da costruire, dove bisogna fare esperienza, separarsi dai genitori per individuarsi come persone.
Tutto questo è realizzabile grazie ad altri significativi, come il gruppo dei pari, le istituzioni scolastiche e sportive, gli adulti significativi.
Ma tutto questo non è stato possibile mantenerlo in questi anni, dove “l’altro” è diventato improvvisamente una minaccia o inaccessibile, se non grazie ai dispositivi tecnologici tanto demonizzati ma mai come in questi ultimi anni salvifici per tutti.
Oggi che le porte sono state riaperte ad un futuro possibile, i giovani si trovano poco attrezzati a riprendere il loro percorso, privati di esperienze significative e di supporto, che avrebbero consentito il graduale distacco dal nido sicuro verso l’ignoto.
Si sentono inadeguati, spaventati, soli. C’è chi da quel nido sicuro non vuole più uscire, chi si sente sicuro solamente dietro al proprio dispositivo, chi ha covato negli anni grande rabbia verso l’adulto che non ha saputo capire il suo disagio, ascoltare il suo vero bisogno e adesso ha solo voglia di esplodere , di spaccare tutto. Chi invece tutta quella rabbia decide di riversarla contro se stesso e attacca il corpo, lo taglia, lo brucia lo lascia deperire. Infine c’è chi quel dolore non riesce proprio a sopportarlo, sul treno in corsa non riesce a salire e decide di vivere in una realtà alterata da qualsiasi tipo di sostanza trovi in giro.

Il Centro Agnesi pone grande attenzione anche ai genitori e al loro ruolo, in che modo li coinvolgete o li supportate, nei percorsi di psicoterapia?
Nella presa in carico di un minore il lavoro con i genitori è fondamentale.
Crediamo fortemente che siano attori fondamentali all’interno della terapia e che debbano essere coinvolti fin da subito nella comprensione e nella gestone delle difficoltà del figlio.
Il ruolo genitoriale è una sfida che mette in difficoltà tutti e non sempre è facile riuscire a coniugarlo con il ruolo coniugale, lavorativo, eccetera.
Durante la presa in carico di un minore, il terapeuta si rivolge esclusivamente al ruolo genitoriale e prova a sostenerlo nelle difficoltà, cercando di tradurre i sintomi del figlio come espressione di un bisogno non intercettato o frainteso.
In quest’ottica si promuove non solamente il cambiamento del giovane in crisi, ma anche quello dei ruoli genitoriali, ossia del suo contesto di crescita.

Il Centro si propone anche di diventare un luogo di riflessione e consulenza sui temi della salute mentale, ma è ancora difficile superare lo stigma e parlarne più apertamente?
Credo che negli ultimi anni ci sia stata una grande sensibilizzazione a riguardo e che il tema del disagio psicologico non sia più un taboo, soprattutto nelle nuove generazioni.
Adolescenti e giovani adulti sono cresciuti in un clima di grande affettività espressa, siamo passati da una cultura familiare normativa ad una affettiva e questo permette ai giovani di accettare con più facilità l’invio da uno psicologo.
I ragazzi di oggi hanno bisogno di essere ascoltati, e quando trovano un adulto competente, interessato realmente al loro mondo interno, sono capaci di portare sentimenti e pensieri veramente profondi. L’adulto è invece più refrattario, ed è per questo che il Centro Agnesi si vuole proporre anche come luogo per discutere inseme sui temi della salute mentale più attuali, organizzando eventi serali aperti al pubblico.

Tra i vostri servizi includete anche sedute di tecniche immersive di mindfulness, cosa sono?
Risponde la nostra collega Isabella Mistretta: “Mbit è un illuminante metodo di connessione, che allinea le tre neurologie: testa, cuore e intestino, ottenendo, unitamente alla PNL, benefici in ambito di autocontrollo, chiarezza mentale e  potenziamento delle proprie attitudini e talenti.
Questa disciplina è unita all’esperienza in discipline orientali, focalizzata nell’utilizzo dì tecniche Mindfulness, di pratiche inerenti la Meditazione Vipassana, del metodo PBER (Physical Body Emotional Release).
Questi strumenti permettono l’esplorazione profonda di sé per la gestione degli stati emotivi, determinando maggiore equilibrio e radicata consapevolezza dei propri meccanismi comportamentali.”

È semplice accedere ai servizi del Centro Agnesi?
Sì, molto semplice: basta andare sul sito www.centroagnesi.it e cliccare su Contatti.
Basterà quindi compilare il form con le indicazioni richieste e verrete contattati in brevissimo tempo da un terapeuta.
Se si preferisce altrimenti basta chiamare il numero 022137312, dove una segretaria prenderà nota delle vostre esigenze e vi farà contattare quanto prima da un terapeuta.