Voglio pensare ai fiumi. Voglio pensare alle nuvole. Ma in realtà non penso a niente.
Semplicemente continuo a correre in un silenzio di cui avevo nostalgia, in un comodo spazio vuoto che mi sono creato da solo.
(Murakami Haruki – “L’arte di correre”)
Il primo talento che descriviamo per Cascina’s Got Talent è quello di Francesco, un ragazzo con le gambe lunghe il che, lo scoprirete, non è un dettaglio irrilevante.
Anche a lui, come a tutti gli altri ospiti della lunga chiacchierata da cui è nato questo progetto, abbiamo fatto leggere una serie di citazioni sul talento. Gliene sono piaciute molte, ma in particolare una del cantante Jaques Brel che parlava di come il talento sia solo voglia di fare qualcosa, il resto è disciplina.
“Secondo me il talento è qualcosa che hai dentro e che hai voglia di fare. Tutto il resto alla fine non ti soddisfa” ci ha detto Francesco, che si è definito “metà bresciano e metà siciliano, come la mia mamma che non c’è più da quando avevo 15 anni”.
A dire il vero gli era piaciuta anche una frase di Ibrahimovic, la citeremo in un’altra storia: “Ibrahimovic mi piace, ha avuto una vita difficile all’inizio ma la sua perseveranza lo ha portato dov’è. Ecco, il suo talento è il calcio ma il suo dono vero è la perseveranza”.
Dall’alto del suo metro e 83 Francesco ci ha rivelato un segreto sul suo, di talento: “Alle medie ho fatto il record di salto in lungo della scuola, saltavo quasi sei metri e ai regionali sono arrivato secondo. Avevo vinto anche la campestre: il mio professore voleva farmi impegnare nell’atletica, ma mi sono perso, se no non sarei qui. Però a casa ho ancora le medaglie. Se volete me le faccio mandare da mio papà, così le vedete”.
Eccole nella foto che illustra questo primo articolo di Cascina’s Got Talent: sono le medaglie di Francesco, quelle vere. E chissà che dopo questo pit stop possa riprendere la sua corsa e vincerne delle altre.